Intreccio di passioni per i capi e per il gruppo scout di Salzano

Intreccio di passioni per i capi e per il gruppo scout di Salzano

Eppure, milioni di serrature non riescono a tenermi chiuso il cuore

Il gruppo scout di Salzano si racconta, tra storia vissuta e prospettive future di nuove e interessanti sfide educative

Quest’anno il gruppo scout di Salzano festeggia i 40 anni: tante strade si sono incrociate, condividendo fatiche e gioie, sono cresciute insieme sotto la stessa legge e la stessa promessa di fedeltà a Dio e al proprio Paese, di aiuto al prossimo, di ricerca nell’essere persone sempre più responsabili, in grado di guardare al futuro con ottimismo.
Lo scautismo, infatti, vive di comunità che si riconoscono sotto la stessa promessa; il cuore pulsante di ogni gruppo è la comunità capi, il gruppo di adulti che incontrandosi, ma anche talvolta scontrandosi, si impegna a creare relazioni feconde, cerca di leggere quali sono i bisogni e i punti di forza del territorio, elabora scelte e assume decisioni per il proprio gruppo.

I capi dell’Agesci Veneto sono stati chiamati a vivere, il 25 e 26 marzo scorsi, il convegno “Intreccio di passioni”: il parco Pegaso di Jesolo è diventato un mare di tende e presso il pala Arex il pedagogista Jhonny Dotti, davanti a più di 2200 camicie azzurre, ci ha ricordato che la comunità è un gruppo imperfetto, fragile e incompiuto, all’interno del quale si impara a voler bene non solo alle persone che scegliamo, ma a ogni persona della comunità in quanto nostro prossimo e che questo – il vivere concretamente le relazioni – è proprio il punto di forza della nostra associazione. Ecco perché dobbiamo stare attenti a non chiuderci, escludendo, ma ad aprirci, ad essere comunità pellegrine che si aprono all’imperfezione e alla fragilità.

Abbiamo così avuto modo di ragionare insieme su quali siano i nostri nuovi orizzonti: nel collasso dell’economia, della democrazia e della religione abbiamo il dovere di benedire, cioè parlare bene della realtà, che oggi appare come una trasgressione e, in quanto cristiani (prima ancora che scout), ci viene chiesto di accogliere la fragilità non come una cosa da dover riparare ma come fonte di cooperazione e solidità. Festeggiare quest’anno i quarant’anni di scautismo a Salzano è, allora, un’ottima occasione per vivere relazioni con la comunità del nostro paese e della nostra parrocchia, con le persone che hanno fatto la nostra storia e, soprattutto, è un’ottima occasione per far vivere questo importante valore ai ragazzi del nostro gruppo.

Durante il Thinking Day (in cui tutti gli scout del mondo rivolgono un pensiero alle donne, in particolare a quelle che vivono nei Paesi più in difficoltà), noi scout di Salzano (quest’anno censiti in 194) abbiamo giocato tutti insieme, dal più piccolo al più grande, e abbiamo piantato nel cortile della parrocchia un ulivo: l’albero, infatti, ha radici solide che sostengono un tronco in crescita, il suo scopo è dare frutto, che per noi significa principalmente servire il prossimo.

Ci attende ora, come scout Salzano 1, una serie di importanti appuntamenti: i festeggiamenti della prossima giornata della comunità, un’uscita di gruppo e il tanto atteso campo estivo, che quest’anno vivremo tutti nello stesso posto, uno accanto all’altro, cercando di assaporare l’amicizia, le relazioni, la condivisione e la comunità, non create sui social ma reali, concrete, fatte di incontro, di scontro, di meravigliosa fragilità e di fatica, di sostegno reciproco, di accoglienza, di servizio e di apertura all’altro. Parole d’ordine di quest’anno sono infatti: relazioni, amicizia, collaborazione, fiducia, essere protagonisti e responsabilità.

Benedetta Pigozzo per la Comunità Capi



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